Roby Giannotti racconta l'incontro del suo design con il vetro di Murano:

A settembre 2012, sempre con il sostegno e l’aiuto di Lia De Marin e accompagnato dall'amico Vittorio Varese, ho passato una settimana tra Venezia e Murano. Tutti i giorni in fornace da Adriano Berengo, nelle mani di Silvano Signoretto, forza della natura assecondata dal suo eccezionale team di lavoro, nel calore dei forni, negli avanti e indietro in battello tra Murano e Venezia, tra scrosci di pioggia e sferzate di vento in faccia, ma anche nella quiete della laguna, di sera, con le abitazioni illuminate che si specchiano sull’acqua.
Abbiamo studiato insieme ogni singolo oggetto, valutandone forma e dimensioni, predisponendo e decidendo insieme i materiali, le canne di vetro, i colori, quelli trasparenti e quelli opachi. Il vetro non concede possibilità di errore, e il mio sguardo doveva incrociare continuamente quello del maestro vetraio, Silvano Signoretto, per condividere ogni mossa, ogni azione, tra i fogli dei miei sketch appesi un po’ ovunque nella fornace. Ho visto entrare i pezzi nella tempera, e li ho rivisti il mese successivo, aspettandoli al Tronchetto: vederli arrivare in motoscafo, una consuetudine per chi vive qui, è stato comunque emozionante. Mille sensazioni dentro. Sono otto pezzi, tutti di dimensioni attorno ai 40-50 cm, di diametro o di altezza. Sono alzate, o vasi, sempre con un pensiero ai simboli, come nell’alzata “Passione” che combina vetro nero e rosso, con cuori e peperoncini, a simboleggiare le varie facce del sentimento. O oggetti con una funzione come il “Candelabbro”, grande candelabro a tre braccia con labbra fiammeggianti di rosso, o il prototipo di una bottiglia da profumo, col tappo di chiusura a forma di grande cuore tridimensionale.

Intervista a Roberto Giannotti sulla sua esperienza alla fornace Berengo di Murano (su ABCVeneto.com n. 109, aprile 2013).