Roby Giannotti racconta l'incontro del suo design con il vetro di Murano:
Abbiamo studiato insieme ogni singolo oggetto, valutandone forma e dimensioni, predisponendo e decidendo insieme i materiali, le canne di vetro, i colori, quelli trasparenti e quelli opachi. Il vetro non concede possibilità di errore, e il mio sguardo doveva incrociare continuamente quello del maestro vetraio, Silvano Signoretto, per condividere ogni mossa, ogni azione, tra i fogli dei miei sketch appesi un po’ ovunque nella fornace. Ho visto entrare i pezzi nella tempera, e li ho rivisti il mese successivo, aspettandoli al Tronchetto: vederli arrivare in motoscafo, una consuetudine per chi vive qui, è stato comunque emozionante. Mille sensazioni dentro. Sono otto pezzi, tutti di dimensioni attorno ai 40-50 cm, di diametro o di altezza. Sono alzate, o vasi, sempre con un pensiero ai simboli, come nell’alzata “Passione” che combina vetro nero e rosso, con cuori e peperoncini, a simboleggiare le varie facce del sentimento. O oggetti con una funzione come il “Candelabbro”, grande candelabro a tre braccia con labbra fiammeggianti di rosso, o il prototipo di una bottiglia da profumo, col tappo di chiusura a forma di grande cuore tridimensionale.
Intervista a Roberto Giannotti sulla sua esperienza alla fornace Berengo di Murano (su ABCVeneto.com n. 109, aprile 2013).