Inaugurazione dell'esposizione di Quirin e René Mayer a Bubbio

Care amiche ed amici,

sabato 8 luglio 2017 alle 18.00

si aprirà a Bubbio (AT) un nuovo spazio d’arte di respiro internazionale grazie all’opera di Quirin e René Mayer, due grandi personaggi dell’arte contemporanea.
Siamo felici di condividere con voi questo invito. L’anno scorso il fantastico parco scultoreo Quirin Mayer ha ospitato uno dei miei laboratori di fumetti, grazie anche alla disponibilità di Daniele e Cristina dell’Associazione Culturale Quirin Mayer, dando vita ad una collaborazione fruttuosa e ricca di stimoli.
Qui di seguito alcune notizie sui protagonisti di questo vernissage, in attesa di aggiornarvi sulle prossime iniziative organizzate dall’Associazione.

Quirin Mayer

nasce a Basilea, in Svizzera l'8 agosto 1927. Dopo gli studi commerciali, crea le sue aziende con due soci, le vende nel 1987 e successivamente si trasferisce nel Principato di Monaco. Inizia a disegnare e a dipingere soggetti figurativi, astratti, figure geometriche utilizzando colori acrilici su tela. Col tempo le sue composizioni astratte si sono quasi naturalmente trasformate in sculture. I colori vivaci sono un elemento fondamentale e  vitale delle sue opere ed esprimono il suo ottimismo e joie de vivre.
La  realizzazione  di queste sculture richiede l'installazione, tecnicamente piuttosto complessa, di un apparecchio ad alta tecnologia che taglia la materia (nel caso specifico lastre di alluminio di 20 mm di spessore) ricorrendo alla tecnologia a getto d'acqua (water jet). Innanzitutto i disegni sono sottoposti a scansione utilizzando un computer che eseguirà un'applicazione CAM per l'apparecchio. Successivamente una miscela di acqua e di fini particelle di sabbia taglia in modo netto e preciso la lastra di alluminio grazie a un getto ad alta pressione (3600 bar). Le figure così ritagliate vengono quindi trasportate altrove per essere laccate con un prodotto utilizzato per le barche e quindi resistente a qualsiasi tipo di condizione atmosferica. Le sculture possono quindi essere installate al chiuso o all'aria aperta e avere le dimensioni desiderate dal cliente.

René Mayer

(René Mayer racconta il suo lavoro)

Il dualismo
Il motivo onnipresente nei miei dipinti è il quadrato che simboleggia i confini, la limitazione, lo spazio angusto o il "cassone". I miei quadrati invece vanno oltre i confini e perseguono l'obiettivo di aprire gli occhi verso collegamenti più ampi. I miei "soffitti a cassone" sono influenzati da numerosi viaggi in India, dall'incontro con persone in grado di trarre il meglio dalla sua situazione, facendo una formazione, aprendosi al diverso e alle persone al di là della loro "casta". Sono sicuro che trascorreremo tutta la nostra vita nella stessa "casta". Non riusciamo ad evadere, cerchiamo solo di metterci in contatto con persone facenti parte di altre "caste". La tematica dei contatti mi fa pensare. I miei quadri sono lo specchio della nostra società e gettano luce su di te e il tuo ambiente. Mantenendo i collegamenti e le connessioni e serbando in se stessi la vicinanza e la lontananza, includono in se stessi contatti desiderati e casuali. Ecco di che cosa parlo nelle mie immagini nelle quali costruisco ponti tra gli opposti. Ciò avviene sotto forma di rispecchiamenti cromatici e iterazioni cromatiche. I miei quadri si collocano tra due poli, mostrano sia i confini che  l'ampiezza; da una parte contengono "cassoni" chiusi e dall'altra mondi aperti. Nei miei quadri esprimo la volontà di evadere da un sistema fisso e trasmetto nella lingua delle immagini poli-stratificata e dualistica il desiderio di apertura, connessione, relazioni e di mettersi in rete.
 
Effetto 3D
Una caratteristica tipica dei miei quadri consiste nel tessuto pittorico, nel riempimento con caratteri e cifre intessuti e stratificati in modo molteplice. I singoli elementi si fondono nel mio "cassone" per creare delle unità spaziali, ovvero divengono degli spazi con un'atmosfera forte e collegati tra loro in modo raffinato. I quadri significano la profondità, la tridimensionalità, la poli-stratificazione, e mostrano connessioni e collegamenti. Dipingo in modo molto impegnativo, applicando quattro, cinque o sei strati, cosa che a prima vista non si riesce a riconoscere. Ma a poco a poco l'effetto tridimensionale appare. Se interrompiamo la nostra frenesia e ci concediamo il tempo di immergerci nei quadri, percepiamo una grande vitalità. Chi osserva i miei quadri si guarda allo specchio e acquista coscienza di sé, sposta i confini e conquista la propria libertà. I miei quadri costruiscono dell'energia. Sono dei toni silenziosi che rendono forti. Applicando degli strati finissimi uno ad uno si creano dei livelli sottili disposti uno al di sopra dell'altro che insieme si estrinsecano in una forza cumulata, impressionando direttamente l'osservatore a livello emozionale con le loro storie di rete di rapporti di ogni tipo. Le forme e i colori invitano in atmosfere e spazi spirituali. Molti dei miei quadri sono sequenze musicali che giocano con il tono e il ritmo.

 

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